Finché il caffè è caldo
“Il caffè che vi porta indietro nel tempo. Era un ricordo un po’ confuso, ma quella frase le era rimasta impressa.”
Il quinto appuntamento della nostra rubrica “Assaggi letterari” è dedicato all’opera narrativa “Finché il caffè è caldo” dello scrittore giapponese Toshikazu Kawaguchi, diventato un bestseller di enorme successo.
L’intera trama si basa su un piccolo caffè in una via secondaria di Tokyo, che offre ai suoi clienti un’esperienza unica: viaggiare indietro nel tempo seguendo delle regole specifiche. Una condizione tra queste è di tornare prima che il caffè si raffreddi. Quattro storie che, a turno, esplorano e affrontano i nodi del proprio passato, rappresentato da un insieme di suggestioni ed emozioni, che passano attraverso una narrazione fatta sul chiedersi il perché vorrebbero viaggiare indietro nel tempo.
È un viaggio fantastico, dove lo scrittore ci mostra come i quattro personaggi usano le abilità magiche del caffè per rivivere i momenti cruciali della loro vita e gli effetti che il loro viaggio ha su di loro. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, perché, dopo esservi entrati, nessuno è più lo stesso, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Un racconto breve dal carattere emotivo, dove la malinconia è legata alla tristezza e alla nostalgia che, per i protagonisti, si trasformano in emozioni intense e stimolanti; con la cognizione di chi intraprende questo viaggio nel passato, non per cambiarlo, ma per ritrovare se stesso e vedere la propria vita da una diversa prospettiva. Un percorso di ricerca interiore per prendere coscienza che ciò che conta è soltanto il momento presente, il tempo che ognuno di noi ha tra le proprie mani. Una lettura dolce e leggera che, seppur nella sua dimensione limitata, affronta temi di perdita, relazioni tra fratelli, responsabilità coniugale e maternità.
La trama, affascinante e intelligente, ci aiuta a riflettere sul fatto che non possiamo cambiare il passato, ma possiamo solamente crescere e imparare dai nostri errori. La vita è come un buon caffè: c’è chi ama berlo tutto d’un fiato e chi preferisce gustarlo a piccoli sorsi, l’importante è che vada gustato quando è ancora caldo, cogliendone ogni attimo.