Il caffè dei miracoli
“Sembrava che da un momento all’altro si fosse rivoltato il mondo: statue parlanti, bambini abbandonati strane riunioni notturne, fatture e incantesimi… Chi ci capiva più niente?”
Il sesto appuntamento della nostra rubrica “Assaggi letterari”, spazio dedicato alle persone che amano leggere, magari in compagnia di buon caffè, è dedicato al romanzo “Caffè dei miracoli” del giornalista e scrittore Franco di Mare.
Questo divertente romanzo, scritto con quel pizzico di ironia che contraddistingue la gente del sud, descrive alla perfezione un paese che, affacciato sul mare, in estate, si riempie di turisti per poi assopirsi alla fine della stagione, uno di quei piccoli paesi popolati da personaggi “tipici” e caratteristici che corrono dietro ai pettegolezzi per poi chiacchierarne in chiesa o al bar.
L’autore riesce immediatamente a catturare l’attenzione del lettore tracciando una situazione leggermente assurda e paradossale che si sta verificando a Bauci, un piccolo borgo dal nome inventato, a strapiombo sulla costiera amalfitana.
Il sacerdote della città rimane scioccato nello scoprire che una scultura di Botero, che rappresenta una donna nuda, è stata posizionata proprio di fronte alla sua chiesa. Poco dopo, la cameriera del prete trova una bambina appena nata ai piedi della scultura. Nel racconto, i misteri che circondano la scultura e la bambina senza nome si approfondiscono e il ruolo di ciascun abitante della città si intreccia. Scritto con un linguaggio chiaro e colorato, pieno di personaggi curiosi, questo libro invita il lettore a continuare a leggere e ad assaporare questa storia piena di originalità e umorismo. Un romanzo nel quale l’autore offre una panoramica alquanto grottesca e concreta che caratterizza il realismo della società contemporanea. I personaggi che vi partecipano sono infatti la rappresentazione, a volte realistica a volte caricaturale, di alcune tipologie umane.
Il titolo del romanzo è riferito al bar “Arturo”, nomea dovuta a tre eventi, giudicati miracolosi, accaduti negli anni passati: l’innesco inesploso di una mina tedesca nel ’43, la caduta di una campana e un marito armato di pistola che non riesce a trovare la moglie infedele nascosta nel cesto della biancheria sporca.
Apparentemente una narrazione leggera, tuttavia avvolta da un alone di verità che contraddistingue uno spaccato di umanità, racchiudendo in sé tutta la capacità di trovare soluzioni ai problemi della vita.