Diario di un killer sentimentale
“Successe in un bistrò di Saint Michel. Tutti i tavoli erano occupati e lei mi chiese se poteva bere un caffè al mio. Aveva una pila di libri che posò per terra, ordinò un espresso e un bicchier d’acqua, prese uno dei volumi e cominciò a segnare frasi con un pennarello.”
Parte dalle righe di uno dei libri più intriganti di Luis Sepùlveda, la nostra nuova rubrica “Assaggi letterari”.
Uno spazio che abbiamo pensato per tutte le persone che amano leggere ottimi libri, magari mentre sorseggiano un buon caffè.
E sarà proprio l’aroma di caffè a fungere da trait d’union tra tutti i libri che vi proporremo in questo spazio di condivisione, che profuma di caffè tostato.
A dire la verità, in “Diario di un killer sentimentale”, il caffè viene appena accennato, ma ha un ruolo talmente importante, che possiamo tranquillamente affermare che, senza quel caffè, probabilmente non avrebbe preso vita l’intero libro.
Perché è proprio grazie a un caffè bevuto in un bistrò di Parigi, che il protagonista del libro e la sua amata si incontrano per la prima volta ed è proprio quell’incontro, ma soprattutto la perdita di quell’amore, che lo getterà in uno sconforto tale da indurlo a compiere una serie d’imprudenze, che metteranno a rischio non solo la sua incolumità, ma anche la segretezza della sua professione.
“Diario di un killer sentimentale”, come lascia trapelare il titolo, è a tutti gli effetti un diario. Un diario che racconta sette giorni decisivi della vita del protagonista, un killer professionista che accetta i suoi mandati dal cosiddetto “uomo degli incarichi”, per il quale lavora con dedizione e successo da lungo tempo.
Questa volta, però, il killer prova uno strano senso di attrazione per la sua prossima vittima, non appena la vede in foto. Senza capire il motivo delle sensazioni che prova per l’uomo che deve uccidere, il protagonista comincia a contravvenire alle regole, iniziando a indagare sulle motivazioni che portano all’assassinio che gli è stato commissionato. Chi vuole la morte di quell’uomo e quali sono i peccati che ha commesso?
Ma si sa, farsi troppe domande in un mestiere come il suo, in cui non esistono licenziamenti, ma soltanto certificati di morte, è profondamente rischioso. Così, l’uomo degli incarichi, rammaricato per tutte le imprudenze commesse, ma riconoscente per tutti i precedenti mandati portati a termine dal killer, con clemenza gli propone di portare a termine il suo ultimo incarico, stavolta potendo contare esclusivamente sulle proprie forze.
È così che, tornado in sé, il killer si mette al lavoro per completare il mandato e godere del suo prepensionamento. Quando individua la casa della vittima, però, al capezzale dell’uomo il nostro killer trova un’amara sorpresa…
Un racconto breve, scritto con uno stile tanto ironico e diretto quanto sensibile, che vi porterà, se già non fosse così, ad amare questo potente autore sudamericano e la sua particolare arte narrativa.